La mappa degli assenteisti: in testa i dipendenti del Comune di Roma
Qual è l’identikit più fedele dei 24mila dipendenti capitolini? A tracciarlo ci pensano i numeri, quelli sui tassi di presenza e assenza nella Pubblica amministrazione, pubblicati dal Comune di Roma fino al terzo trimestre del 2015. L’asticella da prendere come riferimento — fa sapere Repubblica — è quella del privato e in particolare dell’indice di assenza raccolto ogni anno da Confindustria (per le imprese) e dall’Abi (per le banche). In entrambi i casi il limite fisiologico del tasso di assenza (calcolato escludendo le ferie) non supera il 7,5%. Anzi, l’addetto tipo in un’impresa italiana (fonte Confindustria) vanta un tasso di assenza intorno al 6%. Asticella che il dipendente comunale medio supera di slancio, almeno secondo quanto riportato dai dati ufficiali del Campidoglio. Analizzando il trimestre luglio-settembre del 2015, un periodo lontano peraltro dalle sindromi influenzali, il tasso di assenza raggiunge in molti casi il doppio rispetto alla media delle aziende private. Al dipartimento Risorse Umane, ad esempio, il dato totale ha toccato il 36%. Di questo, il 21,8% del personale si godeva le ferie, ma il 5,22% e il 7,50%, il 12,72 % complessivo, era assente rispettivamente per malattia e “per altri motivi” non ben specificati. Al I municipio queste percentuali salgono ulteriormente e toccano l’8% di assenze dovute ad “altri motivi”. Stesso discorso nella Polizia di Roma Capitale, dove i singoli gruppi seguono andamenti molto differenti l’uno dall’altro. All’interno del VII gruppo del Tuscolano le assenze per motivi vari superano il 6%. Poi ci sono casi di strutture in cui il personale risulta particolarmente cagionevole, come nel dipartimento Politiche Abitative, dove il 10% dei 70 dipendenti è stato assente per malattia. Così — continua Repubblica — mentre in Consiglio dei Ministri passa la riforma Madia che prevede una stretta sui licenziamenti per i “furbetti del cartellino” e in Campidoglio la task force costituita dal commissario Francesco Paolo Tronca lavora per individuare i casi di assenteismo dentro il Comune, la città si interroga se sia ancora realistico il vecchio stereotipo fantozziano del dipendente faticosamente impegnato a far marciare un ufficio intero mentre molti dei suoi colleghi si fanno sostituire dalle più ligie sagome di cartone.